Torno, dopo un anno di vicissitudini personali a cercare di animare la discussione su tematiche “calde” nel settore ristorativo.
Siamo tutti d’accordo che chi cerca lavoro vive un momento di difficoltà, di smarrimento e di debolezza. Ma approfittarsi di questa debolezza, mi sembra meschino.
D’altro canto, anche l’azienda che vuole assumere ha una necessità, un problema da risolvere, come troppo spesso capita e vogliono assumere qualcuno che se ne faccia carico e risolva (in pratica un mago, ma pagato come coniglio che esce dal cilindro).
Quindi mi sembra una situazione di parità e come tale una ricerca di lavoro corretta dovrebbe svolgersi.
Mi chiarisco: se con il mio curriculum tu hai tutte le info che mi riguardano e quelle non scritte me le chiedi in fase di colloquio, quanto meno mi aspetto di conoscere l’offerta relativa alla mansione anche se non in fase di primo contatto, ma non concepisco il fatto che io faccia centinaia di chilometri più volte per incontrarti e la RAL possa essere considerata come il terzo segreto di Fatima, un mistero.
Già, il primo colloquio.
Con la tecnologia disponibile sarebbe auspicabile, in ultimo anche solo da un punto di vista ecologico/ambientale di farlo in videochiamata ed invece devo sottostare alle manie narcisistiche di un recruiter o di un imprenditore che, dopo che hai fatto kilometri in giro per l’Italia, speso i tuoi soldi per farlo (infatti di rimborsi spese manco a parlarne), e messo in pausa i tuoi impegni, non è che non ti ringrazino per lo sforzo, ma non li senti proprio più, neanche per un riscontro/esito sul colloquio.
Altra cosa che noto si stia diffondendo è la moda degli avvisi “over qualified”. E si miei cari recruiter, agenzie, imprenditori, non solo i candidati lo sono. Prima di cercare qualcuno, sgombrate la mente da ogni retro pensiero, e concentratevi su quello che cercate realmente da una nuova, eventuale risorsa. E non cercate un Operation manager, se poi volete assumere un Maître (esperienza personale).
Ancora: non chiamate candidati solo per riempire le vostre preziose agende o per raggiungere un numero di colloqui minimo giornaliero, abbiate rispetto, se ne volete.
Non cercate nuovi candidati se poi scegliete una risorsa interna, fate esattamente il contrario, valorizzate prima le risorse esistenti, poi, ma solo poi, in caso di esito negativo, aprite una selezione. Mi sembra più logico. E più corretto.
Se cercate un Ingegnere, mi aspetto che chi lo esamini sia equamente formato, ma molto spesso si parla di persone che non hanno chiaro cosa chiederti, e quindi le domande sono sempre le stesse. Si inizia con un “mi parli di lei e delle sue esperienze lavorative”. In pratica tutto quello che dovresti sapere su di me se solo avessi letto attentamente il mio cv.
L’ultima cosa su cui ci sarebbe da sbellicarsi se l’argomento non fosse super serio, sono gli slogan che circolano in cui la persona è sempre al centro di tutto e viene prima di tutto, salvo non farsi più sentire una volta soddisfatti i bisogni di agenda di cui sopra. Per non parlare del codice etico che tutti sbandierano, ma nessuno realmente applica.
Quelli elencati sono tutti casi vissuti personalmente e nessuno mi può contestare il fatto che queste cose avvengano di continuo.
Bisogna quindi sviluppare tecniche di difesa del tipo: il primo colloquio è sempre meglio farlo online, se non vuoi o sai come farlo, probabilmente non fai per me.
Entro il secondo colloquio bisogna esplicitare la RAL, che essendo parte fondamentale dell’offerta di lavoro complessiva, potrebbe non fare per me. Se l’interlocutore si mantiene reticente sul punto, può cercarsi qualcun altro.
Se il colloquio inizia e si sviluppa per stereotipi, mi parli di lei, mi descriva le sue esperienze lavorative pregresse, difficilmente mi risentirai, sto cercando lavoro e non qualcuno con cui chiacchierare perdendo tempo.
Mi chiami con un numero privato, non ti rispondo. E così via. Solo assumendo questo tipo di posizione potremo cercare di cambiare qualcosa, e di essere rispettati anche quando più deboli.
Mi viene in mente una frase di Mao: “Grande è la confusione sotto il cielo”, ma poi continua: “La situazione è quindi eccellente”.